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lunedì 8 novembre 2010
il buco
Questo scritto lo dedico a tutti coloro, che per disinformazione, per pregiudizio o per semplice ottusità, sono ancora convinti che gli sprechi di denaro e la “mala gestione” organizzata siano esclusiva del sud Italia.
La mia città, Ferrara, che io amo con passione, dalla quale non riesco a separarmi, da vent’ anni sta vivendo un dramma. Una vera e propria emorragia di denaro, una voragine, dove finora sono stati risucchiati montagne di milioni di euro. Il centralissimo ospedale Sant’ Anna, eccellenza per le malattie all’ ipotalamo, e tra gli ospedali migliori d’ Italia, consegnato alla città nel 1445, trasferito nel centralissimo corso della Giovecca nel 1927, negli ultimi anni, non riceve più manutenzione né interventi e cade letteralmente a pezzi.
Nel 1988, in base alla legge finanziaria, vennero stanziati a livello nazionale 30.000 miliardi di lire per la costruzione di nuovi ospedali dove ce ne fosse necessità e possibilità. A Ferrara l’ allora Usl 31 presentò due progetti, uno prevedeva la ristrutturazione dell’ ospedale esistente per una cifra di 70 miliardi, l’ altro, invece, prevedeva la costruzione di un nuovo ospedale per una cifra di 100 miliardi. Il Ministero della Sanità bocciò da subito la ristrutturazione stanziando i 100 miliardi per la costruzione di un nuovo polo.
Nel 1992 si sceglie l’ ubicazione del futuro ospedale, a 12 chilometri dalle mura cittadine, in una frazione: Cona, un luogo lontano da tutto, senza vie d’ accesso, spesso allagato dalle piogge. Dopo qualche bando viene scelta l’ impresa per iniziare i lavori ed iniziano gli espropri dei terreni.
I lavori così cominciarono all’ inizio degli anni Novanta; in principio il polo di Cona sarebbe dovuto diventare un ospedale d’ appoggio al sant’ Anna, come tale si cominciò la costruzione, ma nel 1998 si decise che “Valle della morte”, così viene chiamata, dovesse essere l’unico ospedale della città. La promessa fatta dall’ allora sindaco di sinistra Gaetano Sateriale, di accogliere il primo paziente nel 2003, era sempre più inverosimile. Vengono presentati altri progetti, per costruire un edificio del tutto diverso da quello iniziale, un polo ospedaliero con 18 sale operatorie, che viene aggiunto all’ altro ancora in costruzione.
Vengono affidate le costruzioni dei reparti a diverse imprese. La Coopcostruttori di Argenta fallirà da lì a poco, lasciando senza lavoro centinaia di operai, e senza stipendio centinaia di famiglie. Il reparto malattie infettive, affidato alla ditta Mazzanti, non fu ultimato, questa dichiarò bancarotta. L’ ordine degli ingegneri di Ferrara presentò un resoconto, secondo il quale, il polo è stato costruito nella zona geologicamente meno indicata, per l’ associazione si tratta di una scelta priva di ogni motivazione. Lì ospedale poi non sarebbe tutto a norma, ma solo la parte costruita dopo la decisione di chiudere il sant’ Anna.
La città perderà il suo ospedale, dove centinaia di persone, arrivano comodamente da ogni angolo della città con i mezzi pubblici e spesso anche in bicicletta, per lasciare il posto ad una struttura già fatiscente prima di essere ultimata, lontano da tutto, nel nulla, dove molto probabilmente inizieranno speculazioni edilizie di ogni tipo, un ospedale che da sette anni doveva essere ultimato, consegnato, con strade e ferrovia dedicata, ai cittadini ferraresi. Giunte di sinistra susseguitesi, tutte appoggiate dal on. Franceschini, non si prendono nessuna responsabilità in merito del disastro venuto a galla, un buco dove sono caduti quasi 400 milioni di euro ad oggi, per un ospedale che doveva essere operativo, come da ennesima promessa, da due mesi, mentre ancora si trova in alto mare, mentre ancora i pazienti che si risvegliano, ricoverati nel vecchio ospedale, nel reparto di rianimazione si trovano di fronte, quando riaprono gli occhi, macchie di muffa e pezzi di intonaco che cadono per terra. Un ospedale, il Sant’ Anna, con medici ed infermieri bravissimi e preparatissimi che lavorano in una struttura lasciata da vent’ anni allo sbando. Un ospedale ucciso dalla mala politica per fare posto ad un mostro in mezzo al nulla. Nessuno pagherà questo scempio, a parte noi cittadini. In una città dove gli ospedali muoiono e nascono già vecchi.
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